Per l’edizione 2023, il tema riguardava i confini:
In latino il con-finis indicava il vicino, il limitrofo, il contiguo, che arrivava addirittura a diventare l’affine, il simile, il connesso. Lasciando pensare a quanti scambi vitali e arricchenti potrebbero esserci allungando il proprio sguardo, essendo curiosi ed esplorando.
Quanto di più lontano dal concetto contemporaneo, quello di ‘confinare’, ‘relegare’, rafforzando l’idea che ci sia un ‘noi’ da proteggere e un ‘loro’ da temere, da tenere al di fuori. Secondo uno studio del 2020 di Elisabeth Vallet, docente di Geografia all’università del Québec a Montréal, al mondo ci sono attualmente settanta muri. Su 195 nazioni del mondo, quasi un terzo, negli ultimi 50 anni, ha costruito una barriera per separarsi da qualcosa o qualcuno.
Invece proprio perché il “con-” prima di “fine” determina un’unione, questa parola non dovrebbe indicare altro che un punto di contatto, il luogo dove due lembi si incontrano, conoscendosi, ri-conoscendosi. Eppure quella linea di incontro si è fatta di volta in volta solco, trincea, muro, barriera.
Come la storia ci insegna, tuttavia, i confini, culturali, politici e fisici sono in continuo movimento, spesso loro malgrado, o meglio, nonostante chi si impegna per farli restare fissi, rigidi, scritti su pietra.
Per fortuna invece ci si influenza, si vive e si cammina insieme. Facciamo parte di una stessa umanità, e allora ha davvero senso continuare a tracciare e rimarcare le differenze?
Qui di seguto i 15 finalisti e la vincitrice del contest.